Piante che sono rese più forti da altre piante

Ben oltre i fertilizzanti, i biostimolanti estratti dalle fabaceae aumentano la forza delle colture in modo naturale. Sono la soluzione alla crescente domanda di cibo?  Biostimolanti per le colture Ilsa

Le fabaceae, famiglia di piante presente in tutti i continenti in modo esteso, fino alla Groenlandia e alle isole del Pacifico, forse anche per la capacità di adattamento agli habitat più disparati, hanno in sé eccezionali qualità di autodifesa.  Su di loro si sono concentrati gli sforzi dei nostri ricercatori, assieme a quelli di varie università coinvolte in diversi progetti finanziati dalla Regione Veneto. Attraverso un processo “dolce” di idrolisi enzimatica (con pH neutro e basse temperature), hanno estratto quei componenti naturali che, applicati ad altre piante, le rendono più forti.

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Biostimolanti come risposta all’imminente scarsità di cido

Risultato della ricerca sul metabolismo delle piante, i biostimolanti sono composti completamente naturali capaci di nutrire le colture senza impatti negativi sull’ambiente.

Oggi le persone con una disponibilità di cibo insufficiente sono attorno agli 840 milioni.  Si stima che nei prossimi 20 anni ci sarà bisogno del 50% in più di cibo, 30% di acqua e 50% di energia per nutrire 1,2 miliardi di persone in più nel mondo. Questo a fronte di una agricoltura che ha registrato  negli ultimi 20 anni rese per ettaro coltivato di molto inferiori all’aumento della popolazione (Agricoltura 24). La necessità di aumentare queste rese, i terreni coltivabili, utilizzare mezzi tecnici più efficienti per una agricoltura in grado di sfamare una popolazione in crescita è lampante in maniera preoccupante. Il tutto coniugato con la necessaria cura per il pianeta. Ma molti si stanno già muovendo, e nel rendere più efficace e sostenibile la nutrizione delle colture, la nuova frontiera è rappresentata dai biostimolanti.

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Attenti alle farine poco nutrienti

La carenza di zinco provoca più decessi di aids, malaria e morbillo messi assieme.

C’è un problema di cui pochi al di fuori della comunità scientifica sono a conoscenza. Ma è un problema che riguarda due miliardi di persone nel mondo e provoca più di 800 mila vittime ogni anno.  Più della metà di queste vittime sono bambini sotto i cinque anni. E’ la carenza di zinco, elemento che dovrebbe essere assunto nella dieta ma che non è contenuto a sufficienza negli alimenti, in particolare a causa di farine poco nutrienti. Provoca più morti di aids, malaria e morbillo messi assieme.

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