Le patologie autoimmuni della cute

L’ autoimmunità è l’ incapacità di un organismo di riconoscere le sue parti costituenti come proprie, da cui deriva una risposta immune contro le sostanze e i tessuti normalmente presenti nell’ organismo.
Ad oggi, più di 40 malattie sono state classificate come autoimmuni e colpiscono all’ incirca il 5-7% della popolazione. Quasi tutte le patologie autoimmuni compaiono senza preavviso o causa apparente, gran parte dei pazienti soffrono di affaticamento. Studi statunitensi e inglesi hanno accertato che le malattie autoimmuni sono il risultato di una perdita di tolleranza, ovvero della capacità di un essere vivente di differenziare il “sé” dal “non sé”. La precisa genesi della tolleranza immunologica è ancora sconosciuta.
Altri fattori che possono contribuire allo sviluppo di una malattia autoimmune sono:

Genetici: alcuni individui sono geneticamente suscettibili a sviluppare una patologia autoimmune

Sesso: gran parte delle malattie autoimmuni conosciute colpiscono maggiormente le donne, eccetto la spondilite anchilosante e il morbo di Crohn

Ambientali: è stata notata un relazione inversa fra malattie infettive e malattie autoimmuni.

Il concetto di malattia autoimmune, comunque, non è da confondere con quello di reazione autoimmune, dato che quest’ultimo fenomeno biologico è in realtà estremamente frequente nell’ambito delle normali funzioni di difesa assolte dal sistema immunitario.

Nelle aree dove più di un tipo di malattia infettiva è diffusa a livello endemico, quelle autoimmuni sono piuttosto rare e viceversa. Si attribuisce questa correlazione alle strategie di manipolazione immunitaria dei patogeni, ad alcuni agenti chimici e farmaci (come il lupus eritematoso), ad alcune malattie, alla sovraesposizione a pesticidi e tossine.

Le patologie autoimmuni che interessano la cute sono le connettivopatie, che comprendono tra le più diffuse l’artrite reumatoide, gruppo del lupus, la sclerodermia, la sindrome di Sjogren e le malattie bollose, tra cui le più comuni sono il pemfigo ed il pemfigoide.

Le connettivopatie si possono manifestare con eritemi, vasculiti o addirittura sclerosi della cute. Nelle manifestazioni cutanee delle malattie bollose si riscontrano prevalentemente bolle di varia grandezza insieme alle quali possono essere presenti erosioni, croste ed esiti pigmentari e, nel caso del pemfigoide bolloso, si può associare prurito. Le manifestazioni possono essere di tipo cutaneo, ma nei casi più gravi coinvolgere anche diversi organi interni soprattutto nelle connettivopatie.
Le connettivopatie sono più frequenti nel sesso femminile ed hanno un’ incidenza annua pari a 50-60 casi/milione nel lupus, e di 30 casi/milione nella sclerodermia. Nelle malattie bollose, l’incidenza annua di pemfigo è di 10-15 casi/milione mentre nel pemfigoide tale incidenza scende a di 8 casi/milione.

 

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