Come identificare l’allergia e come curarla

Le patologie allergiche rappresentano un rilevante problema di salute pubblica per l’aumento dei casi e per il conseguente aumento della spesa pubblica, non solo per la diagnosi e la terapia farmacologica, ma anche per la possibile inabilità temporanea o permanente al lavoro che può causare.

Attualmente, almeno un terzo della popolazione lamenta la comparsa di varie forme allergiche, con uno spettro di manifestazioni cliniche assai variabili, che coinvolgono l’apparato respiratorio, l’apparato gastrointestinale, la cute e nei casi più gravi quello sistemico. Negli ultimi dieci anni sono aumentati i casi di pazienti sensibilizzati verso più sostanze, inoltre all’aumento della sensibilizzazione è associato un aumento della manifestazione clinica contemporanea di rinite ed asma allergica.

La parola allergia deriva dal greco: allos che significa diverso, ergon che significa effetto. Quando si parla di allergia si intende perciò la reattività spontanea ed esagerata dell’organismo del soggetto allergico a particolari sostanze, che risultano invece innocue nel resto della popolazione. Le malattie allergiche sono malattie atopiche la cui caratteristica è la presenza di una particolare classe di anticorpi specifici (IgE) prodotti in seguito all’avvenuto riconoscimento dell’allergene, ossia della sostanza ritenuta non self dall’organismo pertanto l’individuo allergico, quando viene a contatto con determinate sostanze, innocue per altri individui, sviluppa una risposta immunitaria abnorme.

Il nostro organismo possiede un sistema specializzato per difenderci dalle sostanze tossiche e dai microorganismi patogeni. Questo sistema è costituito dai leucociti o globuli bianchi, dal sistema macrofagico tessutale e dal tessuto linfoide. I leucociti sono prodotti dal midollo osseo, una parte viene immessa nel sangue per essere trasportata dove è richiesta la loro azione, altri invece rimangono come "deposito" e vanno nel circolo sanguigno solo in caso di necessità. Il sistema macrofagico tessutale agisce principalmente mediante leucociti chiamati macrofagi: specializzati nel processo di fagocitosi, costituiscono una prima linea di difesa a livello dei tessuti, ma sono responsabili anche della risposta cronica, a lungo termine, contro l’infezione. I linfociti sono leucociti prodotti dalle cellule staminali del midollo osseo, durante la fase di sviluppo dell’embrione. Alla fine della vita embrionale ed alla nascita subiscono dei processi di differenziazione, in organi specializzati, quindi circolano nel sangue e raggiungono il tessuto linfatico localizzato in gran parte nei linfonodi e in minore quantità nel midollo osseo, ma è presente anche in particolari organi (linfatici) come le tonsille, la milza, il timo e alcune aree del tessuto gastrointestinale. I linfociti appartengono a due distinti classi: linfociti T, che derivano dal timo, responsabili dell’immunità cellulare, ed i linfociti B, che producono gli anticorpi e sono responsabili dell’immunità umorale. Gli allergeni hanno la particolarità di sviluppare il sistema immunitario mediante la produzione di una classe di anticorpi: le immunoglobuline di tipo E (IgE). L’ipersensibilità IgE-mediata sembra avere una base genetica, anche se per lo sviluppo della patologia allergica sarebbe necessaria una esposizione prolungata agli allergeni. Fattori genetici, la frequenza e l’intensità dell’esposizione all’allergene contribuiscono allo sviluppo di una risposta allergica ad un particolare antigene. I meccanismi d’azione della reazione allergica sono complessi. Semplificando, si può dire che la prima esposizione ad un allergene causa una modesta reazione: l’allergene viene riconosciuto come estraneo dall’organismo dai macrofagi tessutali che li fagocitano, i prodotti di degranulazione stimolano una classe di linfociti T, i linfociti T helper (aiutanti) e questi a loro volta inducono un’altra classe di linfociti, i linfociti B, a produrre anticorpi specifici appartenenti alla classe delle immunoglobuline IgE. Questa fase viene detta di sensibilizzazione. Il sistema immunitario ha la caratteristica di possedere una memoria. Ad una successiva esposizione, anche dopo anni, l’allergene si lega agli anticorpi ed i mastociti ed i basofili si "degranulano" e rilasciano dei mediatori chimici, tra i quali l’istamina. Si ha inoltre stimolo della produzione e attivazione di eosinofili con conseguente induzione di un processo infiammatorio cronico. L’esposizione occasionale ad un allergene determina generalmente una reazione che si esaurisce in pochi giorni, mentre l’esposizione continua può cronicizzare l’infiammazione e provocare un danno permanente del tessuto interessato. L’istamina è la sostanza responsabile della caratteristica reazione allergica che prevede vasodilatazione, aumento della permeabilità dei vasi con conseguente arrossamento della cute, la formazione del pomfo, la sensazione di prurito. Altri mediatori chimici sono implicati, ma l’istamina è il principale responsabile dei sintomi allergici: gli starnuti, l’ostruzione nasale, il prurito, la rinorrea. Agisce stimolando i recettori di terminazioni nervose, responsabili degli starnuti e del prurito, e i recettori vascolari, che sono responsabili della secrezione e congestione vasale. La più nota e pericolosa reazione allergica è l’anafilassi. Consiste in una reazione immunitaria acuta provocata dall’introduzione, generalmente per via ematica, di un antigene in un individuo precedentemente sensibilizzato. Ne consegue una reazione generalizzata, con liberazione di grandi quantità di istamina, i cui effetti mettono a rischio di vita il paziente. Nei casi di anafilassi sistemica, le reazioni si manifestano in poco minuti e sono caratterizzate da difficoltà respiratoria e da shock circolatorio che può essere evitato solo mediante iniezioni di adrenalina e cortisonici. Le manifestazioni dello shock anafilattico prevedono caduta di pressione, pallore, tachicardia, sudorazione, difficoltà respiratorie fino ad arrivare al collasso respiratorio e alla morte.

Gli allergeni possono provocare una reazione allergica penetrando nell’organismo secondo diverse modalità: più comunemente per via aerea, ma anche per via alimentare, per via topica, per via iniettiva. Gli allergeni più comuni in natura includono:

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