Fumo e alcol fanno la differenza sulla longevità

La differenza di longevità tra uomini e donne europee vede in svantaggio gli uomini, ciò è attribuibile all’abitudine al fumo; questo è quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato dalla rivista Tobacco control.

Secondo tale magazine il fumo determina la differenza tra il 40% e il 60% di aspettativa di vita. Lo studio si basa sulle cause di morte in 30 paesi europei, cui si attribuisce al fumo gli infarti, i tumori dell’apparato respiratorio e le broncopatie croniche ostruttive (Bpco). Dal confronto fra i dati degli uomini e delle donne, è risultato che in media, in tutto il continente europeo l’abitudine al fumo fa la differenza. E’ stata poi calcolata la differenza in longevità causata dall’alcool con lo stesso metodo, che spiega un altro 20percento della differenza; i decessi nel caso di assunzione smodata di alcool sono da attribuire a patologie quali: il cancro alla gola e all’esofago, le malattie croniche del fegato, la psicosi alcolica e gli atti di violenza. Sostanzialmente i dati hanno quindi dimostrato che effettivamente i decessi dovuti a tutte le cause elencate erano più alti per gli uomini che per le donne, sebbene vi fossero enormi differenze tra i vari Paesi. Due i casi limite, l’Islanda dove l’eccesso di mortalità maschile è risultato pari a 188 per 100mila abitanti l’anno e l’Ucraina dove il dato è pari a 942 per 100mila abitanti l’anno.

Per quanto riguarda il tasso di mortalità legato all’ alcool, lo studio ha riscontrato una differenza di otto volte tra il Paese con il tasso più basso (l’Islanda con a 29 decessi per 100mila abitanti l’anno) e quello con il tasso più alto (la Lituania con 253 per 100mila abitanti l’ anno).
Per quanto riguarda l’ Italia le nostre donne stanno "abbastanza bene", ma gli stili di vita sbagliati rischiano di abbassare, per la prima volta, la loro longevità. Le ragazze risultano infatti essere le più deboli di fronte a fumo e alcool, e quindi rischiano di diventare, se non ci sarà una controtendenza rispetto a certi comportamenti, la prima generazione che vivrà meno delle madri. Così, anche se oggi le italiane sono in una buona condizione psico-fisica, anno dopo anno sono sempre più deboli di fronte a certi comportamenti che rischiano di minare il successo demografico che ha portato l’ Italia, dopo il Giappone, ad essere il paese più longevo del mondo.

Il direttore dell’ Istituto di Igiene dell’ Università Cattolica di Roma, spiega che potrebbe essere proprio questa la prima generazione a segnare un passo indietro rispetto alla precedente per quello che riguarda la speranza di vita alla nascita, parametro statistico che si traduce nella longevità della popolazione. Tra l ‘altro nel rapporto si ha la conferma che vi sono delle differenze di salute legate alla geografia: tra Nord e Sud la forbice è destinata ad aumentare. Nel Mezzogiorno d’ Italia inoltre, è evidente una prevalenza di donne diabetiche, obese e in sovrappeso e, in assenza d’ interventi correttivi efficaci, le donne meridionali, in particolare con un livello socio-economico basso, saranno sempre più svantaggiate.


In pratica, nelle Regioni in cui si stava già meglio si è continuato a stare bene, questo attribuibile al fatto che vi sono continui screening e continue campagne informative organizzate, mentre in quelle in cui la sanità non funzionava a pieno regime si è continuato a stare peggio. Le donne del Nord, proprio perché “bombardate” da programmi di prevenzione cardiovascolare, sanno cosa è giusto mangiare e conoscono l’ importanza dell’attività fisica per la salute in generale a differenza delle donne del Sud, in cui questi strumenti sembrano essere insufficienti. 

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