In questi giorni sono apparsi sui giornali di tutta Italia, i risultati di un’indagine della Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) realizzata nei mesi di maggio e giugno 2012 attraverso il portale www.mettiche.it.
L’indagine mirava a verificare quanto le donne italiane in età fertile siano informate sulla loro salute e sui contraccettivi in generale.
I dati sono sconcertanti solo 4 donne su 10 sanno che la pillola dei 5 giorni dopo è la versione evoluta della pillola del giorno dopo, un farmaco ancora più efficace nella prevenzione delle gravidanze indesiderate, le altre 6 pensano che sia un farmaco dimagrante o un antidolorifico.
La stragrande maggioranza delle donne (8 su 10) dichiara che la paura di restare incinta condiziona i propri rapporti sessuali, ma una percentuale analoga dichiara anche di non essere in grado di capire se ha avuto un rapporto a rischio di gravidanza, ovvero: si è rotto o sfilato il preservativo, o non è stato indossato dall’inizio del rapporto, si è dimenticata una o più pillole del blister mensile, non è stato rimesso il cerotto o l’anello nei tempi previsti, o ancora si è scelto come “metodo contraccettivo” il coito interrotto. Proprio su questo punto si sofferma l’indagine: il 40% delle intervistate ritiene che il coito interrotto sia un metodo contraccettivo efficace. Nulla di più falso, visto che il liquido pre eiaculatorio può contenere spermatozoi.
Un altro dato allarmante riguarda i giorni fertili, la maggior parte delle intervistare, quasi l’80%, pensa che i giorni a rischio di gravidanza siano soltanto il 14° e il 15°, mentre solo uno sparuto 9% sa che i giorni a rischio dipendono dalla lunghezza e dalla regolarità del ciclo.
I medici esortano le istituzioni sanitarie e le scuole a fare di più per informare le donne su contraccezione e maternità consapevole.
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