Le radiazioni ultraviolette o raggi UV

L’esposizione prolungata della superficie cutanea al sole provoca, nell’individuo di razza bianca, due tipi di manifestazioni cutanee, più o meno intense che si susseguono nel seguente ordine:

a) arrossamento, bruciore e tumefazione della cute con eventuale comparsa di bolle a cui segue secchezza e desquamazione;

b) trasformazione graduale del colore acceso della cute in un colore simile al bronzo (abbronzatura)

Questi fenomeni sono dovuti alle radiazioni solari. Esse possono essere suddivise schematicamente in due categorie: radiazioni visibili a occhio nudo (radiazioni luminose) e radiazioni invisibile ad occhio nudo. Tra le seconde vi sono le radiazioni infrarosse e le radiazioni ultraviolette.

La radiazione ultravioletta (UV o raggi ultravioletti) è una radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda inferiore alla luce visibile, ma più grande di quella dei raggi X. Il nome significa "oltre il violetto" (dal latino ultra, "oltre"), perché il violetto è il colore visibile con la lunghezza d’onda più corta.
L’UV può essere suddiviso in UV vicino (380-200 nm) e UV estremo (200-10 nm).

Quando viene considerato l’effetto dei raggi UV sulla salute umana, la gamma delle lunghezze d’onda UV viene in genere suddivisa in:

– UV/A (315-400nm) onda poco energica ma lunga e molto penetrante, favorisce l’abbronzatura ma anche la formazione dei radicali liberi, effetto sul derma si manifesta dopo molto tempo.

– UV/B (280-315nm) onda più corta della precedente ma più energica; agisce in due tempi dapprima come eritematogene poi come melanogenetiche.

– UV/C (10-280nm) onda molto corta che se colpisce può causare tumori.

Il Sole emette luce ultravioletta in tutte e tre le bande UV-A, UV-B e UV-C, ma a causa dell’assorbimento da parte dell’atmosfera terrestre, circa il 99% degli ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre sono UV-A.
Infatti praticamente il 100% degli UV-C e il 95% degli UV-B viene assorbito dall’atmosfera.

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